AFGHANISTAN NEWS – Il fotografo torinese Alberto Alpozzi ha trascorso il Natale a Herat
dall’articolo su “Cronaca Qui – Torino” del 7 Gennaio 2012, pag. 8 – leggi articolo on line –
Con la sua Nikon ha fissato i volti e le emozioni di un Natale al fronte. I sorrisi dei bambini e la commozione dei militari. Padri e madri in divisa che hanno mangiato il panettone nella base italiana di Herat, regalando sacchi a pelo ai piccoli afghani, lontani migliaia di chilometri dall’Italia e dai loro figli. «Ero partito con l’idea di fare un reportage in uno scenario di guerra – racconta Alberto Alpozzi, 32 anni, fotoreporter torinese – ma a casa ho portato molto di più. Laggiù – racconta appena tornato dall’Afghanistan – ho scoperto che cosa conta davvero nella vita e ho conosciuto la parte migliore dell’Italia. Uomini e donne che ogni giorno, 24 ore su 24, rischiano la vita per garantire la sicurezza e la ricostruzione di un Paese che è ancora in mano alle bande della criminalità organizzata». In Afghanistan, come giornalista embedded, ha potuto seguire l’esercito nelle attività quotidiane, dentro Camp Arena e nei villaggi vicini. «Il giorno della vigilia e a Natale – racconta – sono uscito con i militari impegnati nel servizio di pattugliamento. Un’attività tanto importante quanto delicata e pericolosa, che io ho potuto seguire in condizioni di massima sicurezza.
C’erano nove persone che, per farmi fare qualche fotografia, hanno rischiato la vita. Persone che ogni giorno devono stare attente a tutto, perché il pericolo può essere ovunque. In una moto che ti sorpassa, o sul balcone da cui si affaccia una donna». Con i militari, Alpozzi ha stretto un rapporto speciale. «Siamo diventati amici – spiega – e con qualcuno continuiamo a scriverci. Da loro ho imparato molto, e vedendo ciò che hanno già realizzato, dalle scuole, alle carceri, agli ospedali, ho potuto vedere che c’è un’Italia che funziona. Che progetta, organizza appalti e poi costruisce gestendo al meglio le risorse economiche tanto che il nostro modello è invidiato, e imitato, da tutti gli altri Paesi». L’esperienza, naturalmente, è stata molto importante anche dal punto di vista professionale. «In Afghanistan – spiega ancora il reporter – ho capito che fare il fotografo è il dover vivere quegli istanti che gli altri vogliono solo vedere. E i risultati che ho ottenuto con il mio reportage sono molto soddisfacenti. E’ solo un inizio però – conclude – e il prima possibile tornerò dai miei amici in guerra».
su Youtube l’intervista a QuartareteTv sul mio reportage in Afghanistan
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Leggi l’articolo ripreso anche da:
– Rai World – ItaliAfghanistan, Tutte le voci sulla missione di pace
– Nonfanotizia – il giornale che da spazio alle notizie ritenute da altri “poco interessanti”
– AmarenaMagazine – La rivista che ha gusto

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22 risposte su “Intervista – In Afghanistan ho trovato la parte migliore dell’Italia”
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Ciao a tutti, volevo fare tanti complimenti all’ideatore del sito…veramente interessante e fatto bene!!consideratemi un visitatore fisso da oggi!!un salutoneee
[…] caratterizzata, da un reportage fotografico a cura di Alberto Alpozzi, fotoreporter torinese (leggi intervista “In Afghanistan ho trovato la parte migliore dell’Italia”) in Afghanistan (vedi il reportage fotografico). Una parte dell’evento sarà anche dedicata […]
[…] Ho toccato con mano, in prima persona, facendo migliaia di chilometri insieme a loro per arrivare a Herat, anche io con una famiglia che attendeva il mio ritorno (e una mamma che avrebbe preferito fossi rimasto a casa), per poter documentare la loro vita al fronte, in situazioni al limite del sopportabile umano, i sacrifici che compiono quotidianamente e il grande rispetto che hanno per tutti e l’affetto che danno ed hanno necessità di comunicare: in Afghanistan ho trovato la parte migliore dell’Italia. […]
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[…] il nostro tricolore, loro che vi riconoscono la Patria e non solo lo stato. Loro che sono i nostri migliori ambasciatori all’estero. Loro che sono i primi ad intervenire in situazioni di crisi come terremoti e inondazioni. Loro che […]
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good info!…
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